Il disco flottante rappresenta un grande passo nell'evoluzione dei sistemi frenanti motociclistici. L'esigenza di "svincolare" il disco del freno dal suo supporto nasce dal forte riscaldamento a cui esso è sottoposto nelle violente staccate, tipiche dell'impiego agonistico.
La struttura del disco, di piccolo spessore per contenerne il peso ma di superficie estesa, è particolarmente sensibile alla dilatazione termica: forti riscaldamenti causano infatti notevoli deformazioni in senso radiale ed assiale (cioè parallelamente all'asse della ruota) che, amplificate dalla dinamica della veloce rotazione (sfarfallamento), creano notevoli scompensi nella meccanica della frenata.
Le pastiglie, e dunque i pistoncini, vengono respinte dentro alla pinza e la frenata perde efficienza. Si risolve concedendo al disco una piccola di possibilità di assestamento, in modo che sia "libero" di deformarsi senza nuocere alla frenata.
In pratica vengono frapposti tra il disco e la sua flangia (che lo collega al mozzo ruota) una serie di nottolini cilindrici che ne permettono piccoli movimenti in senso assiale.
I materiali pregiati e l'alta manifattura POLINI rendono questo prodotto a prova dei piloti più esigenti, garantendo un'estrema sicurezza in strada e un'ottima affidabilità col tempo.